Diario di bordo di un matematico (?) in Erasmus nel cuore d'Europa

21.2.11

Wat es Kölle? - Terzo episodio



Terza passeggiata a Colonia e terza andata in treno. Le fermate sono sempre le stesse, ammiro ogni volta il castello di Brühl e arrivo in accabièeffe. Questa volta non mi soffermo neanche a osservare con meraviglia il Duomo ma, ormai pratico della città, mi infilo sotto in metropolitana per raggiungere il punto di partenza: Barbarossaplatz. Il percorso prevede di zonzare avanti e indietro per approdare infine al Reno.

Avevo già attraversato questa non-piazza ritornando dal capo sud l'ultima volta: quando scendo mi accoglie un McDonald's aperto 23 ore su 24 (a Bonn abbiamo ovviamente di meglio: 24 su 24) e poco altro. È uno snodo trafficato, e il vialone lungo e dritto ricalca la strada che un tempo andava diretta a Treviri passando per Bonn. Il sole è indeciso, i nuvoloni scivolano pigramente nel cielo e, dopo un po' di disorientamento iniziale, mi metto in moto.

Barbarossaplatz

Uno dei temi della passeggiata sono le antiche mura cittadine, prima romane e poi medievali, e il secondo fiume più importante di Colonia: il Duffesbach! Già Bach (torrente) dovrebbe risultare sospetto; guardandosi in giro, poi, questo corso d'acqua latita. Il fatto è che nel medioevo vi furono costruite sopra sempre più case e laboratori di artigiani, come le concerie, che hanno bisogno di molta acqua, finché il fiume scomparve e non rimase che nei nomi dei vialoni di oggi: Rothgerberbach, Blaubachstraße, ecc. Però al tempo dei romani doveva essere importante, perché forniva acqua potabile e delimitava il confine a sud, definendo il tracciato delle mura. La zona in cui mi appresto a muovermi è infatti ai margini del nucleo storico e a lungo, anche nel tardo medioevo, non è stata molto più che una zona di campagna.
Mi incammino e attraverso delle stradine che emanano una tranquilla, mogetta aria di periferia di domenica (ma è sabato). Scendo per il "vallo di Pantaleone": chi accidenti sarà costui?

Lontani dalla frenesia di Barbarossa
Si arriva a uno spiazzo verde da cui spunta un tratto delle mura medievali con torrette, chiaramente restaurate dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Oggi appartengono a due corpi tradizionali di carnevale: la Prinzen-Garde, la guardia del principe, e i blaue Funken. I Funke sono delle parodie delle guardie cittadine di inizio '800 che erano state sciolte sotto il dominio francese; nel 1823, quando il Carnevale di Colonia deve aver assunto le caratteristiche di pura follia odierne, si costituirono i rote Funken, nel 1870 i blaue e nel 1906 la Prinzen-Garde. Non ho ben capito come interagiscano, ma, a parte organizzare un sacco di queste benedette Karnevalssitzungen, credo che ci sia una piccola rivalità e che si tirino scherzi a vicenda, ma non sono sicuro. Però ora si spiegano i tizi che girano vestiti da soldati del '700/'800 e i vari festoni biancorossi e biancoblu. Di originale è rimasto un bell'alto(o basso?)rilievo del '200 che immortala la battaglia fra i soldati di Engleberto II (un arcivescovo...) e la città. Dopo aver fatto breccia, furono tuttavia respinti. Eh sì, Anno II era di tutt'altra pasta.






Più avanti c'è un altro resto delle mura, la Ulrepforte, caruccia col suo tetto a punta di ardesia. Indovinate chi ci abita? Quelli che non erano di là sono di qua: i rote Funken. Qui si è già capito che in pratica le organizzazioni di Carnevale dominano la città...



Fatte queste constatazioni, lascio questa zona e, passando per la chiesa-convento di St. Maria vom Frieden, che pare incastrata in questa rete di viuzze, incoccio nelle mura che delimitano il territorio di "un gioiello delle chiese romaniche di Colonia" (parole della guida): San Pantaleone. Quindi ecco che si ripropone la domanda: ma chi è Pantaleone?

St. Maria vom Frieden si impone sulla via

La facciata incassata


Scorci da lato B

San Pantaleone!

Il chiesone è grosso e messo in risalto dal parco attorno, che crea uno stacco col vialone trafficato accanto. Mi sembra una piccola oasi deserta ai margini della città; è quasi come essere in una terra di nessuno. "Un capolavoro ottoniano", così si esprime la mia guida Touring. Lascio a voi esperti di chiese romaniche la sentenza. Comunque, questo Pantaleone (che viene dal greco Παντελεήμων, che dovrebbe essere "che ha compassione di tutto") è un santo introdotto in occidente dalla moglie Theophanou di un Ottone, il secondo diciamo, la quale veniva da Bisanzio; il matrimonio era ovviamente per garantire un'alleanza. Il Pantaleone ha poi preso piede ed è entrato a far parte dei 14 Santi Ausiliatori (non li conoscevate, eh?). È raffigurato con le mani inchiodate alla testa. Brrr. Attraverso il passaggio pedonale ed entro nel "quartiere greco".

Romaniche sono le torri di San Pantaleone... (cit.)

Il portone di San Pantaleone

L'altarone di San Pantaleone


Non so perché ma questo scorcio mi mette un po' d'inquietudine

Ho appena guadato il Duffesbach! Derelitti in un angolino ci sono i resti delle mura romane.

Le povere mura romane potrebbero essere trattate meglio, ecco


Il quartiere è chiamato greco perché probabilmente la Theophanu porto con sé dei mercanti dalla Grecia che fece insediare qui. La sensazione è di essere in una parte più vecchia della città rispetto a prima. Le viuzze sono più carine, c'è un po' più di vivacità e forse è anche merito del sole che mooolto lentamente inizia a farsi largo. Come al solito un colonnate (ma come si chiamano 'sti abitanti di Colonia?), vedendo un tipo che vaga con una guida in mano guardandosi in giro un po' spaesato, gentilmente si offre di aiutarmi. Capita almeno una volta a giro. Sono davvero premurosi, questi coloni!
E così vado avanti, fino al margine della City.

Il Wasserturm: nel 1872 il più grande "contentitore d'acqua" d'Europa, pensate






Kaygasse Nr. 0, folclore locale



Il Griechenveedel


Un paio di chiesette (romaniche) incastrate fra musei e case


Contrasti I

Il nuovo museo

Contrasti II


Dopo aver attraversato un ulteriore vialone entro in Sternengasse. Sono successe un paio di cose qui: è morta Maria de' Medici, in fuga dalla Francia, trovando rifugio nella casa del padre di Rubens, che qui trascorse la sua infanzia.Non si capisce bene dove, ma dovrebbe essere dietro le facciate dei palazzoni moderni.
Per la seconda volta un abitante del posto mi approccia, ma questa volta sono io a dargli le indicazioni giuste per andare ai bagni Agrippa! Sono soddisfazioni.

Da qualche parte qui c'è stato Rubens

Passo oltre il prolungamento della Hohe Straße, la via principale dello schiòpping, che sembra anche un angolo un po' birichino. Poco oltre, davvero incastrata fra le case, c'è la chiesetta di St. Maria im Kapitol col suo chiostrino. Lo so, ancora una chiesa: però questa è caruccia.

La Hohe Pforte


Il chiostro delal chiesa




All'ingresso


Uno stupendo portale di legno

La Madonna delle mele: è uso offrirle mele fresche


Dentro, un fatto abbastanza bizzarro: su una parete sono appese delle enormi ossa. Eccole qui:



Tenetevi forte: secondo la leggenda, sarebbero le costole della Vergine Maria. Ora, qualcuno dovrebbe spiegarmela. Forse al tempo mancavano oculisti a Colonia. In realtà si tratta di ossa di una balena groenlandese, ma come e ma quando son giunte qua, nessuno nessuno proprio lo sa.

Il Reno è sempre più vicino!



La porta dei Tre Re




Qui nella zona dovrebbe esserci il più antico monumento di Colonia, lo Ubiermonument, che sarebbero le fondamenta di una torre dell'insediamento degli Ubi, la tribù germanica prsente qui prima dei romani. Ma non riesco a vederlo, perché è nella cantina di An der Malzmühle, numero 1.

Due nomi per la stessa via
Overstolzenhaus, casa patrizia del 1230


Il Reno!


Una casozza medioevale... più o meno.


Qui sotto c'è il Duffesbach!

Fiume! Fiume!

 Con la chiesetta di St. Maria Lyskirchen (come minimo la terza St. Maria) sono arrivato al termine. Dentro è buia ma suggestiva con le sue vetrate blu e degli affreschi simili a quelli della Doppelkirche. È stata la chiesa dei pescatori e si racconta che ogni anno abbia luogo una messa di Natale spettrale dei morti recenti, prima che questi salpino con la barca dei morti dalla riva del Reno...


Spettrale.




Oggi sulla riva del Reno vedo solo il museo della senape e quello del cioccolato, e devo dire che mi tentano ancora parecchio. Mi faccio forza e ritorno alla stazione centrale. Lì noto una gran concentrazione di gente che entra a una Karnevalssitzung dei blaue Funken. Io però entro in stazione e torno alla mia Bonn, pensando al prossimo giro...

Nessun commento:

Posta un commento