La giornata è strepitosa, il sole splende, il cielo è tersissimo e io prendo il trenino per Colonia, spuntando come al solito davanti al Duomo.
In tutto il suo splendore |
"Kölle alaaf!" si sente gridare da gruppi di Jecke, i partecipanti in costume del Carnevale, sulla piazza oggi piena di luce e risparmiata dal vento. Questo è il grido di battaglia della città e la parola d'ordine del carnevale; alaaf probabilmente vuol dire "alles ab", cioè "abbasso tutto", e allora Kölle alaaf significherebbe più o meno "Viva Colonia e abbasso tutto il resto!"
Kölle alaaf! |
Questa volta, anziché tagliare per la piazza ed entrare nelle viuzze, giro attorno al Duomo e, superando i resti di un'antica chiesetta precedente il Duomo, costeggio il museo Ludwig, del 1986, puntando direttamente al Reno. Il museo ha come pezzi forti l'avanguardia russa del '900 e, attenzione, la più completa collezione di arte pop americana fuori dagli USA, ma non si ferma qui e raccoglie molte opere dagli espressionisti in poi.
La colonna è l'unico segno dell'antica St. Alban |
Il Ludwig |
Dietro, la vista si apre sul Reno e il ponte Hohenzollern e si giunge alla piazzetta tonda Heinrich Böll. Lo spazio è molto gradevole e carino. Peccato che non ci si possa letteralmente poggiare piede sopra. Infatti, la piazzetta formerebbe il tetto della camera dei concerti della filarmonica di Colonia, e per un errore di progettazione qualunque passo e colpo dall'esterno viene ben percepito all'interno, cosicché, durante le prove e i concerti (il che significa in pratica sempre), dei gentili guardiani ci ricordano che non è possibile accedere alla zona per non irritare i musicisti. Con molta cautela, quindi, proseguo attirato dalla maestosità del Reno.
Va bene. Fate le sale concerti meglio la prossima volta, però. |
L'inaccessibile piazzetta |
La passeggiata si snoda nella sua parte iniziale, attraverso il Rheingarten, lungo la città vecchia e infatti si arriva dopo poco al mercato del pesce. Il gran San martino è sempre in ottima forma e le bandiere delle compagnie di traghetti garriscono al vento. Mentre i gabbiani starnazzano supero anche lo Heumarkt coi suoi tubi e arrivo a un luogo cruciale: la torre del Pegel, che misura l'altezza del fiume.
Il ponte Hohenzollern |
Il duomo gioca a nascondino |
Tubi |
Il mercato del pesce |
Il Pegelturm |
A occhio e croce, 3 metri e 10 |
Memori della tremenda piena del febbraio 1784, quando il fiume raggiunse i 13,55 m (quest'anno era a malapena a 8,5) e si combinò con una ghiacciata, radendo al suolo un intero quartiere e provocando vittime, dal 1810 fa da sentinella, inviando i suoi dati a Coblenza e Münster (prometto di parlarne prossimamente). È stata ricostruita negli anni '50.
E si va avanti, avanti...
L'inizio del Rheinauhafen |
La torre cela il meccanismo del ponte (vedi oltre) |
L'irresistibile museo della senape |
Ingresso del Rheinauhafen |
La caletta |
Verso sud |
Verso nord |
Questa la mando al concorso del National Geographic |
Il paesaggio cambia e ci si sente lontani dal centro: il Reno crea il suo microclima di serenità e sull'altra sponda, quella sbagliata, si vedono zone verdi e cantieri. La prossima tappa è il Rheinauhafen, una piccola insenatura protetta, un tempo meta favorita dei romantici, che nel 1898 i prussiani decisero di trasformare in un porto dalla vita breve, 50 anni. Come si usa ormai fare, dopo anni di abbandono è iniziata la riqualificazione (come a Duisburg) e hanno messo in libertà gli architetti, che si sono dati da fare per creare un nuovo Veedel (cioè "Viertel", quartiere) moderno, luminoso e pacifico. E ovviamente non hanno resistito alla tentazione di tirar su dei palazzoni colossali.
Una Kranhaus, che si rifà ai vecchi impianti portuali |
Sede della EA sport! |
La vecchia capitaneria di porto |
Il duomo, laggiù... |
Ma a metà del Rheinauhafen fa capolino solitaria una torre, un relitto medievale, il Bayenturm. Attorno al 1200 serviva per tendere una catena sul Reno per bloccarlo ed era la più imponente fortificazione della città. Da qui sembra che sia stato urlato per la prima volta Kölle alaaf!, nel 1262, durante le lotte, indovinate contro chi? Esatto, contro l'arcivescovo.
Si dice che chi la controllasse avesse il potere sulla città, quindi i fatti oggi parlano chiaro: è sede degli "archivi femministi" e ha ospitato la redazione di una rivista femminile.
La Bayenturm |
Più oltre c'è il salottino del Veedel e si arriva al capo, al capo del molo sud, per la precisione. Qui un paio di gru da scarico restaurate fanno da spaventapasseri per i gabbiani e la Herkules sfoggia orgogliosa il suo record di sollevamento pesi: 30 000 kg!
La piazza principale del Veedel |
Le case "Siebengebirge" |
La Herkules! |
Oltre, oltre... |
Ecco il gran St. Martin, laggiù |
Ah, che bella giornata rilassante mi è toccata in riva al Reno. Dopo essere rimasto a contemplare per un po' la tranquilla massa d'acqua e la passeggiata che si protendeva verso l'orizzonte oltre ponti e anse, sono rientrato nella città. Si respirava un'atmosfera di serena provincialità nella piazzetta verde dove aspettavo il tram. Sarà stato il sole, ma non percepivo la conflittualità architettonica del centro storico: qui ogni palazzo era al suo posto, pacifico, un po' indolente e rilassato. Per qualche motivo mi è tornata in mente Budapest, lato Pest, ma il duomone che mi scrutava dalle vetrate della Hbf mi ha riportato alla realtà.
Chissà cos'altro ha da dare questa città... lo scopriremo nelle prossime puntate!
P.S.: Al mio ritorno ho finalmente ritirato la mia povera, cara, buona Spinnrad. Di nuovo liberi di pedalare!!!
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