Diario di bordo di un matematico (?) in Erasmus nel cuore d'Europa

24.10.10

In avanscoperta oltre il Reno - Drachenfels


Questo resoconto arriva in realtà un po' in ritardo, più precisamente in ritardo di una settimana. L'ultima settimana infatti non ha lasciato molto spazio, visto che dopo l'università partivano delle attività di studentato, come la cena + festa per i nuovi arrivati, la riunione plenaria della Newmanhaus, la festa di compleanno di uno dei Tobi, un'altra uscita serale a Colonia... Ma è ora di riprendere la narrazione!

Dopo aver scarpinato a lungo per il centro di Bonn, sempre sulla sponda occidentale del Reno, era giunto infine il momento di spingersi in avanscoperta sull'altro del lato del fiume, proprio come avevano fatto ai loro tempi i romani, che stazionavano e svernavano qui con le loro legioni presidiando il confine dell'impero. Col timore di chi si incammina verso lande barbariche, lasciando la confortevole città in una giornata bigia, salgo sulla metro che mi porterà là...

La metà è Drachenfels, la roccia del drago, la montagna (320m) dove a quanto pare Sigfrido avrebbe ucciso il drago, bagnandosi poi nel suo sangue per guadagnare l'invulnerabilità. Ecco, ora sapete dove è successo. Anche se il paesino sotto, Königswinter, e i dintorni sembrano piuttosto pacifici; la roccia sarebbe fra l'altro la montagna (ma direi il colle) più "salito" d'Europa, secondo le statistiche ufficiali. Più che altro, qui da più di un secolo i vari fan dei nibelunghi e di Wagner hanno avuto l'occasione di piazzare un bel po' di kitsch e pacchianate assortite in stile pseudo-germanico lungo l'ascesa al panorama.


Pigri!
La Nibelungenhaus
L'irresistibile indovina meccanica
Dopo un breve tratto di salita (a piedi, evitando il trenino per pigri), dopo aver superato vari negozietti di miele e delizie tipiche e un insieme un po' bizzarro di baracconi da sala giochi ripescati direttamente dagli anni '70 (quando in realtà non c'erano ancora davvero videogiochi), fra cui un'indovina meccanica che non posso consultare causa mancanza di monetina, infatti, si capita davanti all'abbastanza sconcertante Nibelungenhaus, costruita guarda caso nel centesimo anniversario (mi sembra) della nascita del caro Riccardo Wagner. Da notare il buon gusto e la verosimiglianza storica. Fatto sta che oggi la casa dei nibelunghi ospita un bel rettilario, come si capisce dal cartello che mostra un alligatore, che invita a entrare per ammirarlo. Si tratta probabilmente di discendenti dell'antico drago. Nella bella stagione vengono addirittura messi in vasche all'aperto!



Ma ecco che si arriva all'attrazione principale: il Drachenburg!
Orpo!

Se la Nibelungenhaus aveva lasciati un po' interdetti, l'effetto del Drachenburg è almeno doppio. Si vede lontano miglia che quest'accozzaglia di torri e guglie che sembra una specie di cattedrale è uno di quei manieri in stile pseudo-gotico come tanti ricchi tedeschi di fine '800 si divertivano a far costruire su uno slancio romantico che idealizzava l'epoca mitica germanica. Ovviamente non si può contrastarne il fascino pacchianissimo e non entrare per dare un'occhiata agli interni (purtroppo ricostruiti in parte, soprattutto dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale). Un fatto buffo è che il suo proprietario, dopo averlo fatto edificare a tempo record per l'epoca (in tre anni) nel 1881, non vi si trasferì mai e visse i suoi ultimi vent'anni a Parigi; in seguito fu ereditato e usato quasi immediatamente come attrazione turistica. Mah. Chi non vorrebbe abitarci???

Sulla scalinata d'ingresso

La sala da pranzo per i ricevimenti...

Volta della saletta per rilassarsi dopo il pranzo

La sala dei vetri

Uno degli spazi per lo svago

Panorama dalla torre nord
Verso Bonn; la torre della posta in evidenza

Magici boschi germanici incantati

Dopo questa divagazione, è d'uopo raggiungere il Drachenfels vero e proprio, dove sorge la rovina di un antico castello, come su ogni altro cocuzzolo di questa catena di colline, il Siebengebirge (sette monti), ma anche una bella bruttura architettonica cosmica con annesso ristorante, da cui si gode però una bellissima vista, nonostante l'atmosfera nebbiolinosa.

Il Drachenburg autentico

Il bello, il Reno verso sud...

... e il brutto.

E infine, ora di tornare a casa, passando per una bella crêpe calda, con un epilogo. In serata, volendo raggiungere altri per un'uscita in città, prendo la mia Spinnrad, ci salto sopra e... trac! È ricaduta la catena. La maledetta. Senza neanche bisogno di pedalare. Mugugnando mi avvio a piedi, ma qualcuno la pagherà...

La maledetta alla luce del giorno.

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